Frutti di mare in gravidanza: si possono mangiare senza problemi?
Pesce in gravidanza
Uno dei cibi sui quali i pareri sono più controversi sono i frutti di mare, un alimento che molti noi amano e consumano abitualmente.Sussistono infatti pochi dubbi sulla necessità di consumare pesce anche durante la gravidanza, con le uniche raccomandazioni di cuocerlo accuratamente e di evitare le specie al vertice della catena alimentare, ad esempio il tonno o il pesce spada, poichè possono contenere dosi elevate di elementi dannosi come il mercurio, che si accumulano nelle loro carni man mano che si nutrono di esemplari di altre specie.
Frutti di mare in gravidanza
Per quanto riguarda molluschi e crostacei, tuttavia, la questione è meno chiara ed i pareri sono discordi. Innanzitutto, bisogna escludere assolutamente la possibilità di consumare questi alimenti senza un’adeguata cottura, sia durante il periodo della gestazione sia durante l’allattamento; se infatti l’abitudine di consumare pesce e molluschi crudi richiede l’adozione di alcune precauzioni in qualsiasi condizione, la gravidanza la rende completamente sconsigliabile.
Il rischio in questo caso sarebbe infatti quello di contrarre le consuete malattie trasmissibili per questa via, che tuttavia in questo caso non sarebbero “solo” dannose e fastidiose per la madre, ma potrebbero anche essere trasmesse al feto attraverso la placenta ed avere quindi conseguenze sul nascituro.
Crostacei in gravidanza
Il consumo di crostacei crudi o poco cotti espone ad esempio al rischio di entrare in contatto con il virus dell’epatite A, una malattia che colpisce il fegato. Ciò avviene in quanto i molluschi bivalve come cozze, ostriche, vongole e fasolari si nutrono filtrando l’acqua marina che li circonda; poichè questi animali sono in grado di sopravvivere anche in ambienti molto inquinati, può succedere che vengano in contatto con materie organiche che contengono il virus, “conservandolo” al loro interno e trasmettendolo quindi al consumatore umano finale.
Allo stesso modo, questi molluschi possono trasmettere virus che causano malattie gastro-intestinali, come ad esempio il Norovirus, responsabile di una fastidiosa forma di gastroenterite con sintomi come nausea, vomito, diarrea, crampi e febbre.
Vongole in gravidanza
Per chi non riesce a resistere per un buon piatto di vongole in gravidanza cerchi di ricordate come prima cosa di non mangiarle mai crude per le cose scritte precedentemente. Le vongole in gravidanza vanno sempre consumate cotte. Le vongole vanno cotte in padella per almeno 5 min, meglio ancora se usate per cucinare pietanze come la zuppa che prevedono un tempo di cottura più lungo. Altro capito sono le vongole surgelate in gravidanza se sono state abbatute regolarmente di temperatura e trattate in modo idoneo sono più sicure per il consumo alimentare in gravidanza.
Durante la gravidanza la donna è poi soggetta a contrarre la listeriosi, una malattia particolarmente insidiosa che colpisce prevalentemente nel corso del terzo trimestre. Il batterio che la causa, che è stato isolato in molti alimenti tra i quali per l’appunto i molluschi, è infatti resistente anche al congelamento (tradizionalmente il miglior metodo di conservazione degli alimenti dal punto di vista igienico). Le sue conseguenze possono essere molto gravi: se nella madre i sintomi richiamano quelli di una semplice influenza (febbre, dolori muscolari e sintomi gastro-intestinali) il feto rischia la vita, o una nascita segnata da problemi respiratori e meningite.
Altri organismi potenzialmente presente in un alimento crudo, in specie nei frutti di mare, sono i bacilli della Salmonella, responsabili della salmonellosi. Questa malattia, che provoca anch’essa sintomi gastro-intestinali, si risolve in genere spontaneamente nelle persone adulte sane; tuttavia il bacillo della salmonella typhi può trasmettersi al feto attraverso la placenta e provocare conseguenze anche gravi.
Anche la toxoplasmosi, nota malattia potenzialmente molto dannosa per il nascituro e generalmente attribuita al contatto con i gatti, è in realtà trasmissibile anche attraverso il consumo di cibi crudi o poco cotti, ed i frutti di mare non fanno eccezione.
Ricci di mare in gravidanza
La prudenza, tuttavia, ci consiglia di rimandare il consumo di queste specie di molluschi di qualche mese, fino alla conclusione della gravidanza o, ancor meglio, fino al termine dell’allattamento. I molluschi sono infatti spesso indicati come cibi fortemente allergizzanti per il neonato in fase di allattamento, dal momento che il suo sistema digerente non è ancora completamente sviluppato.Il discorso appare leggermente diverso per quanto riguarda altri tipi di frutti di mare il cui consumo non solo non viene in genere particolarmente scoraggiato, ma è anzi consigliato da parte di diverse fonti.